D O C U M E N T 4 6 1 M A R C H 1 9 2 9 6 6 5 461. From Tullio Levi-Civita[1] Via Sardegna 50, Roma, 21-III-1929 Illustre Collega, Le sono vivamente grato per la cordiale Sua lettera del 13 corr., pervenutami soltanto ieri, per l’interessamento benevolo accordato al mio scritto,[2] e per averne procurata la presentazione all’Accademia di Berlino pel tramite cortese del Prof. Planck,[3] che La prego di volere, alla prima occasione, ringraziare e riverire da parte mia. Vedrò con evidente interesse la nuova memoria, di cui è parola nella Sua lettera. In- tanto ho preso cognizione con interesse egualmente grandissimo del Suo punto di vista e ben volentieri Le comunico l’impressione che ne ho tratta, secondo il desiderio che Ella mi fa l’onore di esprimere. Sono perfettamente con Lei: 1. nell’aspirare ad una forma anche più comprensiva delle equazioni gravitazionali, che elimini, per così dire, il dualismo dei due membri 2. nel pensare che, se effettivamente il reticolo cronotopico (Weltgitter) ha un signi- ficato profondo, così da risultare collegato in modo intimo (e non semplicemente co- modo) col fenomeno fisico, lo stesso debba ragionevolmente accadere per il parallelismo assoluto e per la derivazione covariante che sene desumono mentre appa- rirebbe un’inutile, e forse dannosa complicazione il passare attraverso la metrica rie- manniana, subordinabile allo stesso reticolo. Ma rimane per me (che non ho, posso intuire le Sue divinazioni) avvolto nel mi- stero se il reticolo sia proprio qualche cosa che tocca l’essenza del fenomeno, o soltanto un modello espressivo. Ponendomi, in mancanza di intuizione creatrice, sul terreno dell’agnosticismo, io non ho ravvisato nel Suo precedente tentativo un nuovo sforzo per assurgere a più per- fezionate leggi fisiche, ma semplicemente la scoperta di una più adeguata rappresenta- zione geometrica. In tale ipotesi, mi sono proposto di costruire la rappresentazione col minimo mezzo: cioè, senza ricominciare da capo, come fa Lei (che muove alla ricerca di uno schema superiore) ma, più modestamente, accettando per definitive tutte le Sue equazioni del campo (che già hanno ricevuto ogni possibile controllo sperimentale), e aggiungendo ad esse lo stretto indispensabile per individuare un reticolo, dotato dei ne- cessari requisiti. Del resto debbo perfettamente aspettarmi che la mia impostazione si riduca ad un semplice esercizio matematico sopra uno stadio provvisorio della Sua concezione, la quale potrà invece maturare sulle ali del genio. Intanto La ringrazio ancora sentitamente per l’amichevole simpatia di cui Ella mi onora, e La prego di accogliere insieme il più affettuoso ricambio e l’attestazione di fer- vida ammirazione con che me Le professo Obbl.mo T. Levi-Civita.
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D O C U M E N T 4 6 1 M A R C H 1 9 2 9 6 6 5 461. From Tullio Levi-Civita[1] Via Sardegna 50, Roma, 21-III-1929 Illustre Collega, Le sono vivamente grato per la cordiale Sua lettera del 13 corr., pervenutami soltanto ieri, per l’interessamento benevolo accordato al mio scritto,[2] e per averne procurata la presentazione all’Accademia di Berlino pel tramite cortese del Prof. Planck,[3] che La prego di volere, alla prima occasione, ringraziare e riverire da parte mia. Vedrò con evidente interesse la nuova memoria, di cui è parola nella Sua lettera. In- tanto ho preso cognizione con interesse egualmente grandissimo del Suo punto di vista e ben volentieri Le comunico l’impressione che ne ho tratta, secondo il desiderio che Ella mi fa l’onore di esprimere. Sono perfettamente con Lei: 1. nell’aspirare ad una forma anche più comprensiva delle equazioni gravitazionali, che elimini, per così dire, il dualismo dei due membri 2. nel pensare che, se effettivamente il reticolo cronotopico (Weltgitter) ha un signi- ficato profondo, così da risultare collegato in modo intimo (e non semplicemente co- modo) col fenomeno fisico, lo stesso debba ragionevolmente accadere per il parallelismo assoluto e per la derivazione covariante che sene desumono mentre appa- rirebbe un’inutile, e forse dannosa complicazione il passare attraverso la metrica rie- manniana, subordinabile allo stesso reticolo. Ma rimane per me (che non ho, posso intuire le Sue divinazioni) avvolto nel mi- stero se il reticolo sia proprio qualche cosa che tocca l’essenza del fenomeno, o soltanto un modello espressivo. Ponendomi, in mancanza di intuizione creatrice, sul terreno dell’agnosticismo, io non ho ravvisato nel Suo precedente tentativo un nuovo sforzo per assurgere a più per- fezionate leggi fisiche, ma semplicemente la scoperta di una più adeguata rappresenta- zione geometrica. In tale ipotesi, mi sono proposto di costruire la rappresentazione col minimo mezzo: cioè, senza ricominciare da capo, come fa Lei (che muove alla ricerca di uno schema superiore) ma, più modestamente, accettando per definitive tutte le Sue equazioni del campo (che già hanno ricevuto ogni possibile controllo sperimentale), e aggiungendo ad esse lo stretto indispensabile per individuare un reticolo, dotato dei ne- cessari requisiti. Del resto debbo perfettamente aspettarmi che la mia impostazione si riduca ad un semplice esercizio matematico sopra uno stadio provvisorio della Sua concezione, la quale potrà invece maturare sulle ali del genio. Intanto La ringrazio ancora sentitamente per l’amichevole simpatia di cui Ella mi onora, e La prego di accogliere insieme il più affettuoso ricambio e l’attestazione di fer- vida ammirazione con che me Le professo Obbl.mo T. Levi-Civita.

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